martedì 6 dicembre 2011

"Neds"

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NEDS (2010)





Regista: Peter Mullan

Attori: Peter Mullan, Conor McCarron, Joe Szula

Paese: UK



Walter Norval è stato uno dei volti più famosi del crimine organizzato sviluppatosi negli anni '70 a Glasgow. Si fece un nome nelle gang che al tempo avvelenavano la città scozzese. Venne poi condannato. Quando uscì di prigione, nel 1967, si trovò davanti uno scenario del tutto diverso:

"When I came out of the jail I realised we had been stupid before, that we really should be going after the cash, while still guarding our districts." (Walter Norval)

Quella raccontata da Mullan è una storia che ha inizio nel 1972, quindi ben 5 anni più tardi, e che evolve in violenza e lotte metropolitane tra gang solo successivamente. Non parla, tuttavia, di quel crimine organizzato che ha poi portato alla ribalta Norval, resta fermo sulla parentesi temporale che delinea a tutti gli effetti una pellicola di formazione. Uno sguardo per niente documentaristico ma capace di informare allo stesso modo, di descrivere con puntualità e chiarezza il volto di una delle città più difficili del Regno Unito nel periodo in questo senso forse più rappresentativo. Uno scenario tossico e deviante al quale era difficile sfuggire, capace di attirare e incastrare in una rete di paura e rabbia.



È quanto accade a John Mcgill, il giovane protagonista della pellicola. Uno studente modello, intelligente e misurato, educato e a tratti goffo. Un padre alcolizzato e aggressivo ed una madre succube ma a suo modo forte. Una sorellina ed un fratello più grande, Benny, conosciuto e temuto tra le gang. È proprio a suo fratello che si rivolge John dopo essere stato aggredito e minacciato da un ragazzo. La risposta di Benny non si fa attendere: lo trascina di lì a poco sotto gli occhi di John per poi picchiarlo e deriderlo.

John inizia subito a respirare quell'aria velenosa di cui si scriveva. Già in questa prima sequenza c'è infatti un gesto particolarmente degno di nota che Benny rivolge al fratello. Prima di lasciare andare il ragazzo alza il pollice riproponendo il classico gesto con cui si chiede se concedere o meno la pietà. John osserva la scena dalla finestra, si trova quindi in una posizione di superiorità anche in termini prettamente fisici. In quel momento gli viene concesso di assaporare un potere per quell'età assai seducente e che contribuirà a spingerlo verso il percorso che Mullan gli mette davanti. Il clima nella Glasgow di allora viene descritto dal regista scozzese come fin troppo pesante per un ragazzino, perché pericoloso ed isolante. Non a caso la formazione di John viene provocata con brevi episodi capaci di solleticare quella parte corrotta che sembra abitare in ognuno dei ragazzi cresciuti in un ambiente simile.      
Quella di Mullan infatti non è solo una descrizione passiva del periodo. Al contrario, la pellicola è di denuncia, oltreché di formazione. Individua molteplici fattori alla base della crescita “sbagliata” dei ragazzi di allora, non limitandosi però a suggerirne la colpevolezza ma esplicitandola e rimarcandola più e più volte, con un'insistenza quasi rabbiosa. Il racconto è quanto mai viscerale, questa volta non semplicemente perché in linea con lo stile tipico della nuova ondata cinematografica inglese, ma perché personale, sentito, in parte autobiografico. L'infanzia del regista, come quella di John, è stata segnata dalle gang e da un padre assente e alcolizzato. Non è un caso che una delle colpe più esplicite e forti vengano individuate all'interno del nucleo familiare.



Quella del padre, infatti, è una figura che contribuirà fortemente a trascinare John nel vortice di violenza nel quale si ritroverà ad annaspare, seppur inizialmente sembra avere un ruolo marginale, sembra essere una figura al quale il resto della famiglia è ormai rassegnata. Solo in seguito Mullan farà esplodere la potenza corrosiva di una figura paterna capace di insinuarsi in ferite già aperte e bruciare fino a destabilizzare. Le affiderà un ruolo cruciale, tanto da avvertire chiaramente una sorta di reazione dello stesso Mullan pulsare sotto quella del protagonista, quasi stesse scacciando in maniera definitiva fantasmi esorcizzati attraverso lo strumento filmico.
Come si accennava, per l'appunto, molta della forza della pellicola sta proprio nella conoscenza personale di quanto raccontato. Che è poi anche la ragione per la quale la stessa riesce a restituire una ricostruzione del periodo assai notevole. È un aspetto, questo, essenziale per la credibilità e la capacità di una pellicola di coinvolgere e trasportare in contesti e geografici e temporali differenti. Si veda “This is England”, sia il film che la miniserie, dirette comunque da Meadows. Quella ricostruzione così fedele e viva è il collante e l'anima dell'intera pellicola. “Neds”, allo stesso modo, riesce per la sua intera durata a far respirare aria diversa, lontana almeno 30 anni.

Ad essere ricostruita e a divenire oggetto dell'invettiva di Mullan è anche il sistema scolastico del periodo, strutturalmente errato e deleterio per la formazione non solo culturale ma anche e soprattutto umana. "NED" era un acronimo usato ben prima degli anni '70 ma che si è imposto in maniera definitiva solo durante gli stessi; un acronimo offensivo e superficiale il cui uso, infatti, è stato oggetto di polemiche. “Non Educated Delinquent” è una definizione errata perché retta dal presupposto secondo il quale la delinquenza adolescenziale scozzese era figlia di limiti e mancanze culturali. Non è un caso che Mullan la distrugga immediatamente delineando un protagonista fin troppo educato, intelligente e capace. È proprio la scuola, al contrario, a contribuire alla distorsione caratteriale di John attraverso ghettizzazioni al limite del barbaro e differenze tracciate dagli stessi insegnanti. Ignoranza che dispensa cultura ai figli di una società altrettanto ignorante. A ritagliarsi il suo spazio, infatti, è anche la critica all'atteggiamento di quella generazione che ha lasciato in eredità ai loro figli lo scenario descritto e che continua a scavare i solchi che ne delineano gruppi sempre più soli e sempre più in lotta fra loro. Gli atteggiamenti classisti di chi crede di non far parte del problema e quelli nocivi di chi quel problema non sa affrontarlo.



Non si può, tuttavia, non considerare anche quelli che sono gli aspetti negativi della pellicola. Aspetti davvero evitabili e così fuori dal contesto da essere facilmente individuabili. E facilmente evitabili. Infatti è davvero un peccato che Mullan si sia lasciato prendere così tanto la mano girando scene ora surreali ora forzate che minano sensibilmente una pellicola peraltro già limitata da qualche lungaggine di troppo. È un peccato perché ciononostante la pellicola può dirsi assolutamente riuscita e al netto dei difetti appena descritti sarebbe entrata di diritto tra le pellicole più rappresentative della new wave britannica. Considerazione che in realtà si rischia comunque di far propria nei secondi che seguono una sequenza conclusiva metaforica e meravigliosa.


5 commenti:

  1. Sembra parecchio interessante. Di Mullan avevo visto solo il solidissimo Magdalene, e il suo stile mi era piaciuto molto.

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  2. ho una grande passione per storie di questo tipo,mi piace anche scribacchiare di storie simili.
    Questo lo devo vedere,Mullan poiè un grandissimo attore e regista

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  3. @moderatamente ottimista
    Guarda, io lo consiglio, al netto dei difetti elencati. E però c'è anche da dire che non sono affatto obiettivo col cinema britannico.

    @Davide
    Beh, dovresti pubblicarne qualcuna sul blog a questo punto. No, perché piacciono parecchio anche a me, se osservate con un occhio simile.

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  4. le ho pubblicate su http://lenincolt.wordpress.com

    che è il mio blog di racconti.Io non sono uno scrittore,ma un fiero pennivendolo grafomane.Mi piace scrivere,questo non vuol dire che io piaccia alla scrittura
    I racconti di genere poliziesco/gansteristico

    qui trovi alcuni esempi

    http://lenincolt.wordpress.com/page/2/

    anzi,se ti piace scrivere inviami pure i tuoi racconti che li pubblicherò volentieri sul mio blog.Mi piacerebbe appunto che fosse anche uno spazio aperto dedicato a tutti noi che abbiamo la passione della scrittura,anche senza essere dei veri scrittori.
    Quindi chi volesse potrebbe contattarmi!^_-
    Ciao

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  5. Ah ecco, mi sembrava strano non avessi pubblicato nulla sul blog. L'idea è ottima e mi dispiace non poter contribuire, dato che non scrivo. Comunque, grazie per il link, leggerò sicuramente.

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