martedì 4 settembre 2012

True Blood - Quinta Stagione


TRUE BLOOD (2008)





Creatore: Alan Ball

Attori: Anna Paquin, Stephen Moyer, Alexander Skarsgård,  Kristin Bauer

Paese: USA



Nel caso qualcuno ancora non se ne fosse reso conto, è bene specificare che “True Blood” è senza dubbio alcuno una delle migliori serie televisive in circolazione. E' vero, non riesce nel corso delle varie stagioni a mantenere sempre degli standard invidiabili (del resto a riuscirci è stato fino ad ora un numero davvero esiguo di prodotti televisivi), ma è altrettanto vero che con l'ultima stagione andata in onda, la quinta, Alan Ball dimostra che la sua seconda creatura ancora riesce a scalpitare, offrendo un intrattenimento assai difficile da trovare altrove. Sì, perché quello offerto da “True Blood” non è affatto di facile realizzazione come potrebbe sembrare: è quello totalmente privo di fastidiose riflessioni sul senso della vita, privo di particolare spessore, oltreché, come è giusto che sia in questi casi, di un'accurata introspezione. In altri termini, è l'eccesso che non ha bisogno di giustificare se stesso, il ritmo elevato che non ha bisogno di essere preceduto da una struttura narrativa solida: è il cervello spento, tanto amato in questo blog.


Non è di facile realizzazione, si scriveva. Sì, perché in assenza di spessore e ricercatezza il rischio di trasformare il tutto in un baraccone privo di fascino, grondante di cliché, banale e ben poco divertente è appena dietro l'angolo, e forse anche meno lontano. Si rende necessaria una certa maestria per tenere in piedi uno script simile e il creatore di “Six Feet Under”, ergo un uomo ben lungi dall'essere un incapace, a quanto pare ne ha da vendere. Punta sull'ironia e sull'autoironia, rende il prodotto cosciente della sua identità e gli permette di non prendersi mai troppo sul serio. Questo aspetto è assolutamente fondamentale, imprescindibile, senza il quale “True Blood” si sarebbe risolto in un prodotto fotocopia dei vari “Twilight” che infestano schermi cinematografici e televisivi. Ovvio, vi sono altri aspetti che differenziano i due tipi di prodotti, ma l'autoironia è, parere di scrive, la principale discriminate. E la quinta stagione sembra rendersene ulteriormente conto; è il motivo per cui la frase che Eric pronuncia in una delle prime puntate stampa sulle labbra dello spettatore un sorriso che non andrà via fino al termine della stagione: esce dal container nel quale aveva prima discusso e poi fatto sesso sfrenato con sua sorella, si abbottona i pantaloni e rivolgendosi a Bill con visibile autocompiacimento dice “We fight like siblings, but we fuck like champions”. In questa frase c'è più o meno tutto lo spirito di "True Blood", a metà tra ironia, per l'appunto, e fascino “da due lire”. Tutti i caratteri, non a caso, si distinguono con uscite dello stesso tipo, e in questa quinta stagione si pensa bene di aggiungere qualcosa come altri dieci personaggi, tutti quanto meno sopra le righe (i membri dell'Autorità). Inoltre c'è Russel Edginton, vecchia conoscenza, che illumina la scena come pochi; sarebbe sufficiente il suo volto che sbuca di fianco a quello della sposina intenta a cantare per il suo neo-marito a giustificare la messa in onda di questa ennesima stagione.


A non venir meno in questo quinto appuntamento è chiaramente anche l'eccesso, che proprio grazie al non prendersi sul serio di cui sopra può non preoccuparsi di porsi limite alcuno, nei dialoghi come negli snodi narrativi. E' così che la serie basata sui romanzi della Harris tira fuori un bimbetto di svariate centinaia di anni che parla di massacri e guerre, un night club gestito da fate, vampiri affetti da fanatismo religioso, maledizioni, mostri di fumo (non quello di “Lost”, fortunatamente) e via discorrendo. Tutti eccessi che se non gestiti con la stessa accortezza avrebbero portato alla noia nel giro di qualche puntata, ma che invece in “True Blood” coinvolgono al punto di divorare puntata dopo puntata in attesa di quello che già si sa essere un finale ancora più eccessivo di quanto visto fino ad allora. Puntualmente, infatti, il finale si rivelerà tale, forse anche più di quanto ci si aspettasse.

E poi di colpo la quinta stagione riesce anche ad emozionare. Peraltro grazie a due dei personaggi più idioti dell'intera serie. La scena Di Hoyt e Jason con Jess, nel bar, è insospettabilmente potente e conferisce una serietà al tutto che chiaramente svanirà in men che non si dica, ma che restituisce comunque una ulteriore piacevole sensazione, seppur del tutto distante dall'animo cazzeggione del prodotto. Scena, oltretutto, nella quale vengono fuori doti attoriali di tutto rispetto, che invero, forse proprio per l'assenza di scene particolarmente profonde, non viene mai fuori con tale forza. Tranne nel caso, è doveroso sottolinearlo, di attori come Denis O'Hare, magnificamente sopra le righe nell'interpretare Russel Edginton: quel suo “I'd love to come to dinner” contornato dall'espressione riportata nell'immagine che segue fa bene all'anima.


Oltre all'anima a trarre giovamento da questi altri 12 episodi è ovviamente anche l'organo cerebrale, che può riposarsi abbandonandosi all'oblio e godendo di una leggerezza che riuscirebbe ad anestetizzare anche i neuroni del più accanito pensatore. Neuroni che si risveglierebbero, peraltro, solo per contare i giorni che li separano dai prossimi 12 episodi, grazie al finale di cui si scriveva, capace in tre secondi di spalancare le porte ad uno script potenzialmente tanto trash quanto adrenalinico.


(questo purtroppo non è un ritorno, ma non potevo non scrivere due parole su questa stagione)


8 commenti:

  1. stai scherzando, vero? :)
    questa stagione è stata trash in senso tragico.
    true blood ormai è sempre più il grey's anatomy dei vampiri.
    il livello di recitazione di parecchi attori come valentina cervi e joe manganiello è poi a livelli twilightiani.
    sì, si lascia guardare, ma le grandi serie sono ben altre...

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    1. Mh, in realtà è quanto di più lontano possa esserci da Grey's anatomy e simili, proprio perché, al contrario, non si prende mai sul serio. Infatti, come scrivevo, ironia e soprattutto autoironia non vengono mai meno. Sinceramente il paragone non penso regga molto. Quanto agli attori, infatti, ho specificato che non sono eccelsi, tranne in alcuni casi, ma tutta questa prova attoriale proprio per i presupposti della serie non è così richiesta. Peraltro ti lamenti di Manganiello che fa una parte secondaria e che è esattamente il coglione che deve essere in True Blood, e poi non ti lamenti della faccia di cera di Sutherland che è stato protagonista assoluto per 8 stagioni?

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    2. sutherland è mitico e non sarà certo il miglior attore del mondo, ma con il culturista manganiello non ha proprio niente a che spartire.
      il paragone con grey's è perché fondamentalmente non fanno altro che scopare tutto il tempo, è questa la trama principale delle due serie. non che sia un male eheh, però a parte questo non c'è molto. sono due soappone che hanno dato il meglio all'inizio e ormai ripetono sempre le stesse cose (il ritorno sotto tono di russell edgington c'è stato proprio perché gli sceneggiatori non sanno più che pesci pigliare...)

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    3. Beh non direi, entrambi hanno giusto un paio di espressioni: quella incazzata e quella non incazzata.

      Quanto al paragone, al di là della sostanziale differenza di cui scrivevo e relativamente, più nello specifico, al fatto che scopano tutti. Direi che se in una è tutto mieloso, stile Dawson's Creek, nell'altra si scopa per un gusto ben più trash che punta a scenette simpatiche di sesso e sangue. Ma più in generale, è tutta la stagione che, come l'intera serie, è sempre alla ricerca del "baracconismo" e riesce a trovarlo senza risultare mai noiosa, a mio parere.

      Poi, ripetono sempre le stesse cose? E' successo il macello in questa stagione, cos'altro volevi ;) ?

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  2. Elio, prima di tutto bentornato!

    Detto questo, io ho sempre amato True blood, eppure questa stagione mi è parsa troppo pasticciata, decisamente la peggiore fino ad ora.
    Si guarda e ce lo si gusta, ma come è stato fino alla terza mi sa tanto che non lo sarà più, purtroppo!

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    1. Uè, grazie mille James.

      Ehh, addirittura la peggiore? Certo che ne crea di differenze questa serie. Giusto ieri una persone mi diceva che la quarta è la migliore, e un'altra mi diceva che era d'accordo sul fatto che la quinta fosse ottima. Tu ora mi dici "fino alla terza" ;) Comunque, dimmi, cosa ti è sembrato così pasticciato?

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  3. Ehilà, e io che pensavo di non rileggerti più! :D

    Con True Blood ho deciso di fermarmi alla quarta, vista a singhiozzi e con molta difficoltà. Ho sempre amato il tono cazzaro e sopra le righe di queste serie, questo suo essere volutamente trash, ma non credo che Ball e soci siano mai riusciti a rendere pienamente le loro intenzioni, più che altro perché, assieme a idiozie brillanti come Jason e tutto-quello-che-fa ci saranno sempre soap soporifere come gli intrighi amorosi tra Sookie-Bill-Eric-Alcide che io non ho proprio mai sopportato, che saranno esagerati e grotteschi quanto vuoi, ma pur sempre storiacce d'amore rimangono. E tutto il resto ne perde moltissimo, al di là della non-presenza di una trama (vogliamo parlare del cliffhanger finale della quarta serie? Cioè, ma davvero? Buttiamo dentro tutte le robe delle serie precedenti perché non c'è un finale ad effetto?).

    Io sarei per uno spin off incentrato solo su Jason, per il resto con True Blood ho felicemente chiuso. :)

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    1. Ciao Simone! E' stata infatti un'incursione isolata, ma magari si riprende, non so ;)

      Capisco il tuo punto di vista. Se per te quello è un elemento negativo è chiaro che poi il tutto si risolva in un prodotto che non ti fa impazzire. Per me, al contrario, è un tassello trash ulteriore, perché alla fine così viene trattato. In realtà per quanto molto presenti, i tira e molla amorosi, mantengono sempre una fondamentale superficialità, e anche quando capita qualche puntata in cui occupano troppo spazio vengono comunque portati avanti in maniera ironica e mai troppo seria. E' il classico trash letteralmente tradotto, a mio avviso, ossia della spazzatura in cui trovi di tutto: amore un tanto al chilo, fantasy, azione, toni drammatici da discount, commedia, splatter e via discorrendo. Ragion per cui, secondo me, Ball è riuscito a fare esattamente ciò che voleva.

      E comunque intendiamoci, lo spin off su Jason lo sottoscrivo anch'io ;)

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