giovedì 24 novembre 2011

"Another Earth"

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ANOTHER EARTH (2011)





Regista: Mike Cahill

Attori: Brit Marling, William Mapother

Paese: USA



La sezione “commenti” verrà dedicata a quelle pellicole di cui non scriverò un'analisi particolarmente approfondita, o per questioni di tempo o perché la pellicola non ha molto da dire. Sarebbe quindi inutile, nel secondo caso, allungare il brodo e trascinarvi in un elenco di aspetti negativi comuni a molti altri film e non degni di nota, pur nella loro negatività. Perché, al contrario, molti altri film comunque non riusciti meritano ugualmente una recensione; magari è una pellicola per certi versi importante che non si può liquidare con due parole; magari è così stupida che scriverne una recensione può risultare divertente.

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Ad inaugurare la sezione è “Another Earth”, pellicola diretta da Mike Cahill - a cui bisogna voler bene anche solo per il fatto di aver contribuito (come online editor) alla creazione dell'incantevole documentario “Leonard Cohen: I'm Your Man”. Quella raccontata è la storia di una ragazza, Rhoda (Brit Marling, co-sceneggiatrice), che torna in libertà dopo aver scontato, per omicidio colposo, una pena di 4 anni. Decide, a suo modo, di entrare in contatto con l'unica vittima sopravvissuta dell'incidente stradale da lei provocato. Sullo sfondo l'avvicinarsi di un altro pianeta, identico alla Terra.


L'aspetto in assoluto più interessante di “Another Earth” è quella fantascienza di cornice che sembra si stia imponendo nell'ultimo periodo. Quella fantascienza che fa da sfondo ad un intreccio assolutamente umano e il cui ruolo è pressoché passivo. Lo ha fatto Von Trier con “Melancholia”, il nostro cinema con “L'ultimo Terrestre” di Pacinotti e, per l'appunto, Cahill. È parere di chi scrive che sia una scelta in potenza assai affascinante, perché conferisce ad una storia altrimenti classica un'atmosfera irreale, capace di elevare il racconto e dargli apparentemente un peso maggiore, quasi fossero, le relative riflessioni, più profonde. La pellicola in questione, infatti, non sarebbe stata affatto degna di nota senza quest'aspetto. Sarebbe stata anonima e banale. Non a caso la storia, singolarmente presa, lo è comunque e rappresenta il limite maggiore del film, un limite insormontabile che ne compromette la riuscita. Più di una scelta appare forzata e scontata e i personaggi troppo stereotipati. L'incapacità di creare empatia, poi, non aiuta affatto.

Volutamente artificiale, la fotografia vira verso tonalità blu, conseguenza della vicinanza dell'altra Terra, e assume un ruolo fondamentale nella resa di quella necessaria atmosfera. Si confà al ritmo lento e contemplativo proposto da Cahill e colora una sequenza conclusiva davvero ottima - e che si chiude, a sua volta, anche meglio – capace di proporre una riflessione decisamente funzionale ai fini del racconto e, diciamocelo, anche un po' confortante.


7 commenti:

  1. Nooo...
    e io che su questo film avevo puntato tutto...

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  2. @ilgiornodeglizombi
    Eh, mi spiace. A me, però, al netto delle cose positive che ho scritto non è proprio piaciuto.

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  3. "È parere di chi scrive che sia una scelta in potenza assai affascinante, perché conferisce ad una storia altrimenti classica un'atmosfera irreale, capace di elevare il racconto e dargli apparentemente un peso maggiore, quasi fossero, le relative riflessioni, più profonde."

    Esattamente, ed è proprio per questo che invece a me è piaciuto molto. L'ho visto ieri sera e ormai ero pronto alla delusione, anche perché era da parecchio che lo aspettavo.
    Sono d'accordo quando dici che la storia è in effetti molto banale, e che fa venire in mente una decina di altri film, ma ho davvero apprezzato il modo in cui viene affrontata e il tocco di Cahill. Insomma, con me ha funzionato: è bastato aggiungere una Terra 2. :D

    Comunque la tua analisi "non particolarmente approfondita" è forse fin più lunga di una mia recensione normale, ahah. :D

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  4. @moderatamente ottimista

    Comunque non stento a credere al fatto che possa piacere. Come ho scritto molti aspetti sono riusciti, soprattutto quello della fantascienza suggerita, chiamiamola così e che infatti anche tu hai apprezzato.

    Ahah, figurati. Come ho già detto, il dono della sintesi è cosa buona e giusta. Ci devo lavorare su...

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  5. No no, sono io che dovrei scrivere di più. :D

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  6. . La pellicola in questione, infatti, non sarebbe stata affatto degna di nota senza quest'aspetto. Sarebbe stata anonima e banale.

    Ma appunto. A me ha dato parecchio fastidio, tra l'altro. L'aggiunta della componente fantascientifica infilata a caso (perché non abbiamo mai visto quel pianeta lì? Voglio dire, ce ne saremmo accorti, eh, non è che ad un certo punto, a due passi da qui, spunta un pianeta popolato e gli scienziati possono dire ooooops, scusate, non l'avevamo visto!) mi indispone più che calarmi nell'atmosfera.

    un po' come in Melancholia, con la differenza che Von trier è amico mio, mi sono piaciuti tutti i film che ho visto e, se pure ha bistrattato la fantascienza, spero lo abbia fatto a fin di bene.
    Vado a vedere cosa ne hai scritto, va.

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    1. Aspe', è passato un po' e non ricordo bene se spunta o se c'era già, in ogni caso a me un uso simile della fantascienza piace. Come scrivevo, quella che resta sullo sfondo. Però sì, il resto è banale abbastanza, anche se mi sa che siamo solo noi a criticare questa pellicola, che sembra essere stata apprezzata, e non poco. Forse sono impazziti tutti. Vieni, critichiamo le pellicole insieme e non parliamo con nessun altro.

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