MISFITS (2009)
Creatore: Howard Overman
Attori: Iwan Rheon, Lauren Socha, Nathan Stewart-Jarrett,
Joseph Gilgun, Antonia Thomas
Paese: UK
Dopo un'attesa dettata principalmente dalla curiosità di vederla senza Nathan, il personaggio che ha maggiormente contribuito a renderla il fenomeno che è diventata, ricomincia “Misfits” con la premiere della terza stagione. Robert Sheedan, infatti, dopo la fine della seconda ha deciso di abbandonare la serie inglese, generando scetticismo tra i fan della stessa in vista della stagione successiva, quella in onda, appunto.
L'inizio della puntata è dedicato senza troppe remore all'introduzione di Rudy, il personaggio che sostituisce il fu Nathan. Per coloro i quali di quest'ultimo “Misfits” rappresentava grosso modo un sinonimo non rimarranno affatto delusi, dato che in sostanza il nuovo personaggio è praticamente identico: cervello settato sul sesso, per niente capace di non parlare, due battute ogni tre frasi, sboccato in maniera esagerata. Ad interpretarlo è un attore che a parere di chi scrive è ben più convincente dello stesso Sheedan, essendo dotato di una capacità espressiva più ampia e meno forzata; ha peraltro un timbro di voce ed un accento particolarmente spiccato che sanno farsi voler bene fin da subito. Chi ha visto quel capolavoro di “This is England” o la miniserie “This is England '86” certamente se ne ricorderà per l'interpretazione di Woody. È Joseph Gilgun, classe '84, ad essere stato chiamato per raccogliere la pesante eredità lasciata dal personaggio più significativo della serie; a svolgere, pertanto, un compito tutt'altro che semplice. Lui però ci riesce alla perfezione e sembra quasi senza sforzo alcuno, tanto che Sheedan diverrà presto un pallido ricordo e Nathan sembrerà non aver mai lasciato la serie.
È questo l'aspetto al tempo stesso positivo e negativo, a seconda delle aspettative, della nuova stagione di Misfits. Chi infatti si aspettava di vedere quanto già visto nelle stagioni precedenti si troverà davanti esattamente ciò che cercava. Al contrario, invece, chi sperava in un passo avanti nella storia come nei personaggi rimarrà eufemisticamente deluso. Si, perché gli autori hanno di fatto riproposto le stesse identiche strutture, indirizzandole verso una sorta di remake della prima stagione, o del pilot, essendo solo alla prima puntata. Avevamo, infatti, lasciato i nostri alla decisione di riottenere un qualche potere non potendo riavere i vecchi; già questo propone qualcosa che sa di già visto, essendo la puntata basata sulla scoperta graduale dei nuovi poteri di ognuno, un po' come all'inizio si era in attesa di sapere quali fossero quelli dei protagonisti. Protagonisti che infatti non regalano sorprese di sorta, tanto l'evoluzione degli stessi risulterà affetta da un immobilismo patologico; non a caso la puntata è dedicata quasi esclusivamente al nuovo Nathan, che si occupa peraltro di sostenerla dall'inizio alla fine e senza il quale sarebbe stata ancor più anonima di quanto già non sia.
Ma ciò che rende davvero poco digeribile l'inizio di questa terza stagione è l'assenza di prospettive, in termini di evoluzione, della storia in sé, oltreché dei personaggi. Il cattivo di turno, infatti, è l'ennesimo adolescente che sfrutta in maniera non propriamente corretta i suoi poteri, causa classica delusione amorosa. Struttura, questa, che dopo due stagioni tende a diventare notevolmente noiosa; ma la cosa ben peggiore è che la fine dell'episodio suggerisce l'idea che questa sarà la struttura di tutta la nuova stagione, prospettiva che laddove si concretizzasse risulterebbe disastrosa. Al termine, infatti, i protagonisti si ritrovano nuovamente con le classiche tute arancioni con le quali li avevamo conosciuti, nuovamente in cinque e nuovamente alle prese con il sorvegliante della precedente stagione, nonché con potenziali altri adolescenti traviati dal loro potere.
La regia è subito riconoscibile grazie a quel suo concedersi ricercatezze in linea con lo spirito della serie – Rudy che, dopo aver accompagnato il corpo della ragazza in avanti per quella penetrazione anale di cui parlerà per l'intero episodio, si trova davanti il volto del nemico di turno – così come il ritmo quasi del tutto privo di pause e quell'umorismo british che è poi la colonna portante di “Misfits”. Gli scambi, non a caso, non deludono le aspettative ma non divertono più come in passato; anch'essi, infatti, credono di poter vivere di rendita riproponendo gli stessi toni, scelta che potrebbe anche andar bene se affiancata a proposte più fresche. È la classica storia del giocattolino che dopo un po' stanca, per intenderci.
Alla luce di quanto scritto la direzione intrapresa da “Misfits” sembra essere decisamente poco rassicurante, ma è pur vero che ad essere andata in onda è solo la prima puntata. Si spera fortemente che migliori con le prossime.
E si spera sì in un netto cambio di passo perchè altrimenti così, come hai ben scritto, il giocattolino inizierà a stancare. E la noia porta via gli spettatori.
RispondiElimina@cinefatti
RispondiEliminaGuarda, non ne sarei così sicuro. Spesso ciò che s'è già visto in precedenza, varie volte, è proprio ciò che cerca la gente. Se così non fosse ne avremmo molti meno di prodotti scadenti in giro.