giovedì 10 novembre 2011

"Hell On Wheels" - Pilot

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HELL ON WHEELS (2011)




Ideatore: Joe Gayton, Tony Gayton

Attori: Common, Colm Meaney, Anson Mount,
             Dominique McElligott

Paese: USA



 Hell on Wheels”, letteralmente “Inferno su Ruote”, è l'insieme itinerante di bettole, saloon e bordelli che accompagnava la costruzione della Prima Ferrovia Transcontinentale. Oltre ad aver avuto, poi, un ruolo fondamentale nello sviluppo del paese, la costruzione della linea ferroviaria si è distinta anche per i conflitti burocratici, nonché per i personaggi protagonisti di quei conflitti, che ne hanno scandito i ritmi. Ad inasprire ulteriormente la situazione il periodo storico, 1865, che vedeva la fine della guerra civile, le lotte per la schiavitù e più in generale un paese chiamato a riformarsi e a ritrovare un equilibrio civile. Capite bene che una storia con tali e tanti presupposti rappresenta già di per sé un racconto più che suscettibile di essere adattato per il piccolo schermo.
L'impostazione del prodotto ideato dai fratelli Gayton, infatti, sembra voler ripercorrere le tappe e gli aspetti principali di tale costruzione. Sceglie di raccontare la storia di uno schiavo, Elam (Common), quella di un reduce di guerra, Cullen Bohannan (Anson Mount), protagonista della serie, alle prese con dei conti da saldare e quelli di un uomo di potere autocompiaciuto e incapace di farsi scrupoli, Thomas Durant (Colm Meaney). Unica protagonista femminile, fino a questo momento, Lily Bell (Dominique Mc Elligott), che sembra avere anch'ella, insieme al marito, un ruolo nella costruzione della First Transcontinental Railroad.


La AMC, che non si ricorderà per “The Walkind Dead” ma per “Breaking Bad” e “Mad Men”, non è affatto nuova al western crepuscolare, quello degli uomini di potere e dei burocrati; dell'affarista e non più del pistolero; dello sguardo su dinamiche più ampie e non più di quello confinato negli attimi che precedono un duello. Nel 2006, infatti, la AMC ha trasmesso “Broken Trail”, una miniserie in due episodi diretta da un signore chiamato Walter Hill ed interpretata da un altro chiamato Robert Duvall. Decisamente riuscita non può che far ben sperare in questa nuova serie tv che predilige anch'essa, per l'appunto, quel volto spiccatamente crepuscolare. Tuttavia “Hell on Wheels” non rinuncia, o almeno così sembra, essendo solamente alla prima puntata, agli aspetti tipici del western più classico. Affianca, infatti, alla disillusione del protagonista quei tratti da pistolero duro e solitario che prima o poi trascineranno qualcuno a pentirsi di esserselo messo contro. Un “Deadwood” con una percentuale maggiore di spettacolarizzazione, per intenderci. Ma giusto per intenderci, perché “Deadwood”, targata HBO, è difficile da eguagliare, almeno riguardo al genere in questione (già solo l'interpretazione di Ian McShane fa bene al cuore).
La maggiore spettacolarizzazione la si riscontra anche nella fotografia, più ricercata e molto meno realistica. Quando non segue le tonalità della fiamma di una candela, infatti, risulta particolarmente livida, andando a ricreare un'atmosfera che è il risultato dello scontro tra il realismo raccontato e la finzione filmica ricercata. È una scelta, questa, che dovrà essere ben calibrata nel prosieguo delle puntate perché potrebbe facilmente rivelarsi deleteria e fin troppo finta. Più in generale tutto il pilot pare camminare su un filo, si ha spesso durante la visione la sensazione che potrebbe rivelarsi ottima ma altrettanto spesso si ha la sensazione opposta.

Per il resto “Hell on Wheels” sembra non deludere le aspettative. Da un western di questo tipo ci si aspetta sporco, cinismo, alcol, corpi, preti e puttane, e nel pilot, va detto, c'è tutto. Ciò non significa, tuttavia, che possa dirsi riuscito, infatti è ben lungi dall'essere una di quelle aperture in grado di incollare allo schermo e creare attesa per le puntate successive. Si apprezza la ricostruzione del periodo, alcune riprese, le potenzialità di trama e sottotrame, alcune scelte tecniche, ma la risposta emotiva è appena percettibile. Tuttavia i presupposti perché migliori ci sono, al contrario di altri pilot, come quello recentemente analizzato di "Grimm”, che di presupposti non ne ha poi molti.


Riflessioni del tutto simili possono farsi su interpretazioni e dialoghi. Le prime sono all'altezza ma non entusiasmano in maniera particolare, tranne forse quella di Colm Meaney che infatti interpreta il personaggio fino a questo momento in assoluto più carismatico. E non è un caso neanche il fatto che i dialoghi più accattivanti abbiano lui come protagonista. Il monologo che accompagna i minuti conclusivi della puntata, nello specifico, semina speranze un po' ovunque:

Make no mistake. Blood will be spilled. Lives will be lost. Fortunes will be made. Men will be ruined. (…) There will be betrayal, scandal and perfidy of epic proportion, but the lion shall prevail.

Resta da vedere se e quanto riusciranno a mantenere queste promesse. Perché si, queste parole verranno intese esattamente come tali.


2 commenti:

  1. ben realizzato, ma un buon candidato a serie più soporifera dell'anno

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  2. @Marco (Cannibal Kid)
    Beh si, lenta è lenta, resta da capire se sia o meno in grado di gestire ritmi simili. Vedremo...

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